Nonno Gelo : Il Babbo Natale dell’Est #1

Molti di voi si saranno da poco alzati da tavola, dopo il tour de force natalizio tradizionale in Italia e in molti paesi cattolici. Mentre il nostro pacioccone Babbo Natale ha assolto i suoi doveri e può girovagare tranquillo con le sue renne, esiste il suo correlativo slavo, ancora in piena attività, in attesa del Natale Ortodosso. Si tratta di Nonno Gelo (in russo Ded Moròz) il tradizionale portatore di doni del folklore natalizio russo e di molti paesi dell’Est.

Ho deciso di dividere la trattazione di questo protagonista di fiabe e leggende russe in due parti. In questa riporterò semplicemente il testo integrale di una fiaba tradizionale siberiana, raccolta da Alexander Afanas’ev nell’opera Fiabe Russe (Народные Русские Сказки) pubblicata tra il 1855 ed il 1863. Protagonisti della fiaba una dolce ragazza di nome Marfusha, vittima delle angherie della matrigna, che la fece abbandonare in un bosco, al freddo, senza cibo e riparo. Qui arrivò Nonno Gelo, maestoso e austero, avvolto nel suo giaccone tradizionale russo, un tulup di colore azzurro che si intenerì alla sua vista. Decise di non congelarla, la condusse con sé e la riempì di regali, decidendo di assiderare la figlia prediletta della matrigna. Ma della sua figura folkloristica ve ne parlerò in questi giorni. Ora vi lascio alla breve fiaba, nel periodo natalizio(credenti o meno) ritorniamo tutti bambini.

“Una matrigna aveva una figliastra e una figlia. Qualsiasi cosa facesse la figlia, la accarezzavano sulla testa e dicevano: “Che intelligente!”. La figliastra, qualsiasi cosa buona facesse, non andava mai bene, non doveva fare così, era tutto brutto. E invece bisogna dirlo: la ragazza era oro, aveva le mani come il formaggio nel burro. Ma la madre ogni giorno si bagnava di lacrime. Il vento prima soffia, poi tace. Ma la vecchia baba prima s’infuria, però non si calma subito, pensa sempre a qualche dispetto così la donna pensò di cacciare la figliastra da casa: “Portala, portala, vecchio, dove vuoi, purché i miei occhi non la vedano, e le mie orecchie non sentano più parlare di lei; ma non portarla dai parenti, in una casa calda, ma portala nel campo, nel gelo scricchiolante!”. Il vecchio si rattristò, per un poco, e pianse, poi mise la ragazza sulla slitta, voleva coprirla con una coperta, ma ebbe paura. Portò la sventurata senza casa in un campo aperto, la scaricò su un cumulo di neve, le fece il segno della croce, e in fretta tornò a casa, per non assistere alla morte della figlia.

La poverina rimase sola, trema e e dice una muta preghiera. Arriva il Gelo; saltella, fa dei salti, e osserva la bella ragazza: “Ragazza, ragazza! Io sono Gelo Naso-rosso!”. “Salute a te, Gelo. Si capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice.” Gelo voleva colpirla e assiderarla; ma ammirò le sue parole, provò compassione! Le buttò una pelliccia. Lei l’indossò, si strofinò i piedi, si mette a sedere. Viene di nuovo Gelo Naso-rosso, saltella, balla, guarda la bella ragazza: “Ragazza, ragazza, io sono Gelo Naso-rosso!” “Salute a te, Gelo. Si capisce che Dio ti ha mandato per la mia anima peccatrice.” Gelo sembrò non essere proprio in sé: portò alla bella ragazza un grande baule, pieno di ogni sorta di regali. Lei si sedette, nella sua pelliccia, sul baule, così allegra, così bellina! Arriva di nuovo Nonno Gelo Naso-rosso, saltella, balla, e guarda la bella ragazza. Lei lo accolse con un saluto, e lui le regalò un vestito cucito d’oro e d’argento. Lei lo indossò e fu una vera bellezza, una vera eleganza! Siede e canta.

La matrigna prepara intanto la veglia funebre per lei, cuoce le frittelle. “Và, vecchio, porta a seppellire la tua figlia.” Il vecchio se ne andò. E il cane sotto il tavolo: “Bau, Bau! Adesso portano la figlia del vecchio tutta vestita d’oro e d’argento, ma la figlia della vecchia i fidanzati non la prenderannno!”. “Taci, stupido cane. Eccoti una frittella, e dì: «I fidanzati prenderanno la figlia della vecchia, e della figlia del vecchio porteranno solo gli ossicini!» Il cane si mangiò la frittella, ma disse di nuovo: “Bau, bau, bau. Portano la figlia del vecchio tutta vestita d’oro e d’argento, ma la figlia della vecchia i fidanzati non la prenderanno!” La vecchia diede al cane le frittelle e lo picchiava, ma lui, sempre: “Portano la figlia del vecchio tutta vestita d’oro e d’argento, ma i fidanzati non prenderannnola figlia della vecchia!”.

Il portone scricchiolò, si aprì la porta della capanna, portano un alto e pesante baule, entra la figliastra, tutta risplendente come una vera signora! La matrigna la guardò e allarga le braccia! “Vecchio, vecchio, attacca altri cavalli, e porta presto mia figlia! Mettila nello stesso campo, nello stesso posto!” Il vecchio portò la figliastra nello stesso campo, nello stesso posto, e depose la ragazza. Arrivò Nonno Gelo Naso-rosso, guardò la sua ospite, saltellò e ballò, ma buone parole non le ebbe. Allora si arrabbiò, l’afferrò e la uccise. “Vecchio, và, portami la mia ragazza, attacca cavalli selvatici, non far affondare la slitta, non perdere il baule!” E il cane, sotto il tavolo:”Bau, bau! I fidanzati prenderanno la figlia del vecchio, ma porteranno in un sacco gli ossicini della figlia della vecchia!” “Non mentire! Eccoti una torta. Dì: «porteranno la figlia della vecchia vestita d’oro e d’argento!» Si aprì il portone, la vecchia corse incontro alla figlia, ma invece di lei abbracciò un corpo freddo. Pianse, gridò, ma ormai era troppo tardi.”

Personaggio particolare Nonno Gelo, vero? In questi giorni ne saprete di più.

Piccolo spoiler : Nonno Gelo, tanto per cominciare, non era un santo ma un demone… 

 

Fonti fluttuanti

Immagine copertina di Severino Baraldi

Morozko e la fanciulla”, illustrazione di Ivan Jakovlevič Bilibin