Su una targa commemorativa presente su Porta Mazzini, a Bologna, possiamo leggere quanto segue “Da questa porta la mattina del 21 aprile 1945, entrarono le truppe del 2° Corpo d’Armata polacco, che contribuirono alla Liberazione di Bologna, e alle quali il Sindaco Dozza dichiarò : nell’assumere la carica, all’atto della Liberazione della città attestò che le truppe del 2° Corpo d’Armata polacco, dopo una violenta battaglia contro i tedeschi, hanno liberato la città di Bologna alle ore 6 del 21 aprile 1945.
Nel XXXV anniversario della Liberazione della città il Comune di Bologna pose”.
Il 21 aprile del 1945 Bologna è la prima grande città del Nord Italia ad essere liberata dal nemico nazifascista. “Oggi si può serenamente affermare che la sua realizzazione fu ottenuta da un impegno di più parti (Partigiani, Alleati, Gruppi di combattimento italiani). Solo la diversa interpretazione politica di ciascuna parte ha tentato, negli anni, di prevalere sulle altre; mentre, mantenendosi fedeli allo storico Bloch: “I guai cominciano soltanto quando ogni proiettore pretende di vedere tutto da solo; quando ogni regione del sapere crede di essere una patria”.1
Parlare dell’arrivo dei polacchi a Bologna significa parlare della conclusione del glorioso percorso militare di un esercito che ha delle caratteristiche uniche in tutta la storia. Recuperare la storia del Secondo Corpo d’Armata polacca significa anche recuperare dei giorni della Resistenza obliati a lungo, per questioni politiche innescatesi nel secondo dopoguerra. Il mio contributo, per quanto partecipato, sarà modesto, sia per l’improbabilità di esaurire queste pagine di storia in un unico articolo, sia per l’impossibilità di accedere liberamente al materiale disponibile nelle biblioteche. Mi sono avvicinata a questa toccante storia due anni fa, parlando del Cimitero Militare Polacco di Bologna e lo scorso anno con la Battaglia di Montecassino. Non si finisce mai di imparare da questo corpo militare che è di quanto più lontano dagli stereotipi militari si possa immaginare. Un esercito aperto alle donne, che non ricoprivano solo mansioni come infermiere, cuoche, ma erano autiste e meccaniche. Le donne non erano le uniche componenti inusuali di questo esercito: c’era Wojtek, un orso cucciolone di 250 kg, che i polacchi avevano addestrato, e che rimase con loro fino allo scioglimento.
Questo corpo può essere visto come un filtro attraverso cui osservare dei momenti focali della storia europea. In seguito al Patto Molotov- Ribbentrop la Polonia viene cancellata dalle cartine e subisce la quarta spartizione della sua storia, subendo vessazioni sia dalla Germania che dall’Urss. Quest’ultima attua una “pulizia di classe” deportando più di un milione di polacchi in territori sovietici. L’attacco tedesco all’Urss il 22 giugno 1941, fu inaspettato per i sovietici e importante per il futuro esercito di Anders, ci fu la ripresa delle relazioni tra il governo polacco in esilio a Londra guidato dal Gen. Władisław Sikorski e Mosca. Con l’accordo del 30 luglio 1941, tra Sikorski e l’ambasciatore russo Maisky, l’Urss accettava la formazione sul proprio suolo di un esercito polacco. Migliaia di prigionieri polacchi ottengono l’amnistia e si dirigono verso la nascente armata. Anche il generale viene liberato. In poco tempo l’esercito arriva a 40000 unità, ma la convivenza tra polacchi e russi é sempre difficoltosa, e Anders non trova mai una risposta esaustiva per l’assenza di migliaia di soldati. Si tratta dei 22000 soldati che avevano trovato una triste morte delle foreste di Katyn. Anders e Sikorski ottengono lo spostamento dell’esercito dapprima in Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan tra il gennaio e febbraio 1942 poi in Iran, dove i polacchi possono dedicarsi totalmente alla propria riorganizzazione senza ingerenze sovietiche. Nel 1942 viene creata l’Armata Polacca in Oriente dalla quale, nel luglio del 1943 fu individuata un’unità autonoma denominata il 2° Corpo d’Armata Polacca. La formazione del 2° Corpo d’Armata, insieme agli alleati, era destinata ai combattimenti su fronte italiano. Il governo polacco in esilio sosteneva pienamente quel disegno ,vedendo in Italia la via più breve per la liberazione della Polonia.
Giungiamo al 1943 , che per l’Italia “fu un anno speciale: lo sbarco alleato in Sicilia, la caduta del fascismo il 25 luglio, l’armistizio l’8 settembre, l’affermarsi della lotta partigiana, l’inizio dell’occupazione tedesca con il concorso degli italiani della Repubblica Sociale di Salò, rimasti fedeli all’ideologia fascista. L’Italia divenne protagonista dello scacchiere militare internazionale e la guerra entrò direttamente nelle case degli italiani. E dal 1943 al 1945 sarà guerra di Liberazione ma anche Civile”.2 Questo è il contesto in cui i soldati polacchi iniziarono la loro campagna d’Italia che terminerà proprio a Bologna, durante la quale si sono resi indiscussi protagonisti dello sfondamento delle due “roccaforti” naziste : la Linea Gustav e la Linea Gotica.
La prima battaglia che consegna gli uomini di Anders alla storia è stata la battaglia di Montecassino, in cui i militari polacchi riescono dove ben tre volte avevano fallito gli Alleati: abbattere le difese tedesche sul massiccio di Montecassino, una pedina fondamentale per gli alleati, che costa la vita di quasi 1000 uomini, seppelliti nel Cimitero polacco di Montecassino.“Dopo i fasti della vittoria di Montecassino, Il nuovo obiettivo del 2° Corpo polacco era Ancona, ilcui porto aveva assunto un’importanza strategica per i rifornimenti Alleati, nell’avanzata verso nord. L’offensiva di Ancona fu l’unica operazione programmata e realizzata autonomamente dai militari polacchi, “al Corpo polacco fu affidato il comando del Corpo Italiano di Liberazione (CIL) del gen. Umberto Utili e la Brigata partigiana abruzzese “Majella”. Insieme a questi ultimi i polacchi avevano il compito di inseguire e tallonare la ritirata tedesca lungo l’adriatico, avvicinando le posizioni alleate alla Linea Gotica”.3 Dopo la conquista della città dorica nel 1944 , le divisioni tedesche ripiegano completamente sulla Linea Gotica, che attraversava il centro nord da Pesaro a Massa Carrara, passando per l’Appennino tosco-emiliano. Attraverso quell’appenino i polacchi e gli alleati avrebbero raggiunto la Pianura Padana e liberato il capoluogo emiliano. Le piogge continue, le strade frananti e le fangosa valle del fiume Savio, rallentano l’avanzata dei Polacchi e degli alleati. Nell’autunno del ‘44 vengono liberate Forlì, il 27 ottobre i polacchi si pregiano di liberare la città natale di Mussolini e poi Faenza a dicembre.
Al termine di queste offensive, le operazioni entrano in una fase di stasi, le truppe alleate si assestano lungo il fiume Senio, nell’attesa di condizioni climatiche più favorevoli all’attacco. I polacchi entrano in contratto con l’Ottava Brigata Garibaldi “Romagna” e da altre unità partigiane. E qui vorrei soffermarmi sul carattere partecipato, internazionale della Resistenza, sulla cooperazione tra le parti. Minimizzare una parte o dare rilievo ad alcune, a discapito delle altre, significa continuare a guardare il fenomeno della Resistenza con delle lenti miopi che non consentono di vedere i bordi e le sfumature necessarie. I successi lungo la Linea Gotica sono stati il risultato della somma delle abilità di tutti, i Polacchi avevano una indiscussa preparazione militare, capitanati da uno dei più valorosi generali della storia, ma i veri conoscitori delle montagne erano i Partigiani italiani che sapevano come muoversi. Il crocevia dei rispettivi valori ha portato alle vittorie che noi conosciamo. Ci tengo a fare questo inciso, soprattutto in una temperie politica sempre più angusta che vorrebbe cancellare o modificare alcune ricorrenze, che pone i fenomeni storici a continui revisionismi. Questa reciproca collaborazione è simbolo della Liberazione di Bologna. Nel marzo del 1945 iniziano i preparativi ad un’offensiva nuova volta alla distruzione degli eserciti tedeschi nell’Italia settentrionale. Uno dei compiti principali fu affidato ai polacchi che, dopo lo scavalcamento del Senio e dopo l’interruzione della difesa tedesca, dovevano compiere la manovra di attacco sui fianchi nella direzione di Bologna, per tagliare la strada all’avversario che si stava ritirando. L’attacco iniziato il 9 aprile termina con successo grazie al supporto del corpo britannico e delle unità di ingegneria, dell’artiglieria e dell’aeronautica.
Centrale è la battaglia della Gaiana, torrente sito ad ovest di Castel San Pietro, dove si è svolto un sanguinoso combattimento tra alleati e tedeschi tra il 17 e il 19 aprile 1945. Entrambe le parti nemiche riportano gravi perdite, ma il successo polacco comporta una disintegrazione forte dell’esercito tedesco in Italia e di conseguenza la sua capitolazione e la fine di tutta la campagna italiana da parte degli Alleati. Bologna é ad un passo e le migliori unità tedesche erano state vinte definitivamente. “La mattina del 21 aprile il 9° battaglione “Karpaty”, poi denominato “Bolognese”,piegò le ultime difese tedesche nei pressi del fiume Savena ed entrò a Bologna. Erano le sei del mattino, quando i soldati polacchi, giunsero da Strada Mazzini nel centro di Bologna”.4 La popolazione del capoluogo dell’Emilia Romagna festeggia con grande felicità la liberazione della città e sulla torre più alta, Torre degli Asinelli, e nel Municipio vengono appese le bandiere polacche. La luce della nuova alba bolognese ha i colori bianco-rossi della bandiera polacca. I 17 comandanti polacchi, tra cui il generale della divisione, Władysław Anders, vengono pregiati con la cittadinanza onoraria, mentre il Consiglio della città decorò i militari polacchi con medaglie commemorative recanti la scritta: Ai liberatori che per primi entrarono in Bologna il 21 Aprile 1945 – per benemerenza.
La liberazione di Bologna concluse il percorso di guerra del 2° Corpo d’Armata Polacco nella campagna italiana degli anni 1944-1945, durato quattordici mesi. Nei combattimenti per la liberazione d’Italia hanno perso la vita, per le ferire riportate o per altri cause, quasi 4000 soldati polacchi. Nel Cimitero Militare Polacco di San Lazzaro dsono sepolti 1432 militari del 2° Corpo d’Armata, caduti neicombattimenti sulla Linea Gotica, sull’Appennino Emiliano e durante la battaglia di Bologna(fra cui 18 militi ignoti). Il cimitero è stato fondato per l’iniziativa del comandante del 2° Corpo d’Armata Polacco, generale Władysław Anders.
“Il 21 aprile 1946 a Bologna si celebra una significativa commemorazione: in Piazza Maggiore si incontrarono nuovamente i compagni d’armi delle truppe italiane e delle truppe polacche che avevano lottato assieme nelle operazioni belliche condotte dall’Appennino fino a Bologna. Il sindaco G. Dozza, in presenza dei comandanti e di molti alti ufficiali italiani e polacchi, presiedette la cerimonia della consegna delle bandiere”. La solenne cerimonia terminò con la sfilata comune delle truppe polacche e italiane che fu possente simbolo non soltanto della fratellanza d’armi che aveva trovato nuovi motivi di coesione sulle Mainarde e durante la campagna adriatica; ma, più in generale, della tradizionale amicizia e reciproca cooperazione italo-polacca attraverso i secoli nella lotta per la libertà delle nostre due nazioni fraterne. A Bologna risuonarono molte memorie. Innanzitutto le tradizioni storiche dei tanti volontari polacchi attivi nelle lotte per l’indipendenza italiana con Mazzini, con Garibaldi. Poi gli echi stessi delle insurrezioni polacche “per la nostra e la vostra libertà”. 5
Bologna, ancora una volta è il simbolo di questa una fratellanza. E’ giusto ricordare tutto questo, perché la memoria storica di questo esercito, per i motivi politici che possiamo comprendere, è stata scomoda per decenni. Rendere viva questa memoria significa dare dignità storica ad un popolo e un paese che più di altri ha vissuto sulla sua pelle tutte le aberrazioni del XX secolo, e che tanto ha compiuto affinché queste venissero cancellate.
Fonti e citazioni fluttuanti
1 Gianpietro Panziera, Il 2° Corpo polacco: memoria scomoda del ‘900 per una nuova identità europea, pag. 2
2Ibidem, pag. 7
3Ibidem, pag. 8
4Ibidem, pag. 10
5Wojciech Narębski, Riflessioni di un soldato del Secondo Corpo d’armata polacco, pag. 20
Immagini fluttuanti
https://www.polskicmentarzbolonia.pl/it/bolonia-iv-1945-r-2.html